Si è conclusa ieri la “sedici giorni” di The floating Piers, i pontili galleggianti concepiti dall’artista Christo assieme alla moglie Jeanne-Claude (scomparsa nel 2009), che hanno temporaneamente ed irrepetibilmente collegato, sul Lago d’Iseo, il paese di Sulzano, Monte Isola e l’Isola di San Paolo.
Un progetto su larga scala e dai grandi numeri:
- 4,5 km di percorso;
(3 km sull’acqua, i rimanenti su strade pedonali); - passerelle dai bordi degradanti larghe 16 m e alte circa 35 cm, composte da 220.000 cubi in polietilene ad alta densità (dimensioni 50x50x40 cm), assemblati in modo da assecondare e modellare il movimento ondoso;
- 100.000 mq di tessuto giallo cangiante fissato con 70.000 mq di feltro.
Un’installazione che da oggi sarà smontata e riciclata attraverso un processo industriale ma soprattutto, un evento mediatico, percorso da quasi un milione e mezzo di visitatori, io compreso.
Sono, infatti, arrivato a Sulzano la mattina di Sabato 25 Giugno ed ho avuto modo di visitare l’opera in due diverse modalità, alle quali corrispondo due diverse sensazioni ed emozioni:
a piedi e in elicottero.
Camminare a piedi nudi, così come lo stesso Christo suggerisce di provare, permette di entrare a contatto diretto con la morbidezza del tessuto e con il movimento delle onde. È una sensazione diversa dal percorrere un pontile: la superficie sembra come “respirare“, più o meno ampiamente, in relazione alle condizioni fisiche del lago. Una percezione più visiva che tattile, non si avvertono sensazioni di instabilità, la suggestione è comunque molto piacevole e caratteristica.
Decisamente opposto l’effetto dovuto all’afa! Già dalle 9 del mattino il sole cominciava a battere e a mezzogiorno si moriva dal caldo!
La panoramica dall’alto fa emergere il progetto ed evidenzia lo studio che sta alla base dell’opera, evidenzianone le forme, non visibili dal livello delle acque. La vista zenitale ci mostra una maggiore connessione tra le diverse passerelle, specialmente tra quelle che arrivano e partono da Peschiera Maraglio su Monte Isola: si trovano, infatti, l’una sul prolungamento dell’altra.
L’Isola di San Paolo è completamente circondata dalle piattaforme galleggianti e si identifica chiaramente come punto conclusivo ed estremo del percorso.
Ho riscontrato un’organizzazione impeccabile, nella gestione degli accessi, della coda (a volte lunghissima) e della percorribilità delle passerelle.
Già dalla mattina era in atto un’allerta idrologica e la parte finale del percorso, quella che conduce all’isola di San Paolo, era chiusa. Nel pomeriggio, visto l’aggravarsi delle condizioni meteo, le parti calpestabili delle passerelle sono state ulteriormente ridotte in modo da garantire, in caso di peggioramento del tempo, una rapida evacuazione dai moli galleggianti.
Un eccesso di cautela?
No, piuttosto una limitazione necessaria. Come potete vedere al seguente video (clicca qui), i pontili, progettati per simulare la sensazione di camminare sull’acqua, risultano particolarmente sensibili al movimento ondoso ed avrebbero potuto compromettere l’incolumità dei visitatori.
Come è tipico negli eventi che catalizzano l’attenzione dei media, non tutte le recensioni sono state positive. Si è parlato di un’opera kitsch, effimera, figlia del marketing, di “non arte”.
Non mi trovo d’accordo. A me l’opera di Christo è piaciuta.
Al di là dei possibili problemi dovuti alla logistica per accogliere in un piccolo paese un numero straordinario di visitatori, ho davvero apprezzato questo progetto, la sua storia, le sue forme, i suoi colori, la sua eccezionalità. E penso che l’abbiano apprezzato ancora di più gli abitanti del luogo o i visitatori abituali che, conoscendo bene le zone, hanno potuto cogliere maggiormente l’unicità di poter raggiungere, camminando sulle acque e non su mezzi di trasporto, l’Isola di San Paolo o Monte Isola.
E comunque, un milione e mezzo di visitatori, ai quali si sommano i milioni di utenti virtuali, che hanno vissuto l’esperienza attraverso i media ed i social, hanno potuto scoprire o riscoprire i paesaggi straordinari del nostro paese, unici nella loro peculiarità.
Un’opera di marketing? Ben venga! Soprattutto se pensiamo che è stata interamente finanziata dall’artista, attraverso la vendita degli originali delle sue opere.
In ultimo non sottovalutiamo l’effetto sociale, il poter condividere con migliaia di altri visitatori l’esperienza del cammino e magari la sorpresa di scoprire che, inaspettatamente, al nostro fianco, abbiamo un amico della nostra stessa città oppure un amico virtuale, che seguiamo su Instagram e che finalmente possiamo conoscere di persona!
E come spiega lo stesso Christo, sono proprio questo cammino, il viaggio, l’esperienza condivisa che conferiranno una seconda vita all’opera. Tutto finisce nella vita e nessuno può possedere un progetto, nemmeno l’autore. I pontili galleggianti continueranno però a vivere nel ricordo di chi li ha percorsi, anche solo se virtualmente e resteranno come memoria di un evento eccezionale da condividere e raccontare (magari con un selfie!).
Bellissimo e dettagliato post, complimenti per le immagini
Grazie
Grazie a te!!!
Non sono riuscito a visitare le passerelle perche sfiduciato dalle troppe ore di coda. Grazie alle foto e al racconto è stato come esserci!