Spazi ristretti, ambizioni alte
V.R. vuole ristrutturare il bagno, situato in un appartamento all’ultimo piano, principalmente per ricavare un secondo bagnetto di servizio nell’antibagno, mi scrive “una cosa microscopica come solo un progettista d’interni d’aviazione può pensare”. Poi vorrebbe “sostituire la vasca con una piccola doccia grande e alta abbastanza affinchè un bambino di tre anni possa sguazzarci (se esiste)“, molti piani contenitori e un lavello ampio e solido.
Infine chiede se inserire o meno una porta di separazione tra antibagno e bagno. Come lei stessa dichiara “gli spazi sono ristretti le ambizioni alte ma per quanto mi riguarda credo che la funzionalità sia la prima cosa…”
Allo stato attuale l’accesso alla zona bagno è preceduto da un piccolo antibagno. Il vano presenta una finestra alta sul fondo, vasca, lavabo e sanitari disposti uno frontalmente all’altro.
Il progetto, anche in base ad alcuni disegni fornitomi, prevede il cambiamento del verso di apertura della porta (all’esterno) al fine di inserire nell’antibagno un piccolo lavabo (lavamani) e un sanitario. Ho fatto un po’ di ricerca e sono riuscito a trovare un piatto doccia che potrebbe soddisfare le sue esigenze. Ha dimensioni di base 90 x 72 ed un’altezza di 31 cm, permettendo quindi di creare una “piccola vaschetta” per il bagno dei più piccoli. Al momento sul mercato non ci sono molti modelli di doccia con bordi alti, potremmo definirla “controtendenza”, poiché si punta piuttosto a creare un piano al solito livello del pavimento, garantendo il senso di continuità. In alternativa esistono vasche quadrate o rettangolari di piccole dimensioni (h. 60 cm circa), utilizzabili anche come doccia.
Per il piano del lavabo ho disegnato una forma che possa permettere di sfruttare al meglio lo spazio e contestualmente garantire facilità di movimento. Sono quindi previste due diverse profondità, raccordate con angoli stondati. I sanitari sono entrambi posizionati sullo stesso lato della doccia.
La distinzione tra le due aree viene marcata con l’inserimento di un controsoffitto nell’antibagno ad altezza 2.40 m.
Penso che una porta di divisione tra i due ambienti sia necessaria. Si potrebbe però anche pensare ad una separazione traslucida invece che ad una vera e propria porta. L’attuale muro divisorio diventerebbe un muretto e la porta potrebbe scorrere su guida inserita all’interno del soffitto in cartongesso. Questa struttura si combina con quella della vicina doccia. Le finiture del vetro sono infinite, dal satinato, allo specchiato fino al serigrafato.
Come materiali ho immaginato pavimento e prima parte (bassa) del rivestimento verticale in lastre di travertino (o gres porcellanato colorato a tutta massa), la rimanenete copertura verticale con mosaico (miscela con tonalità abbinate a quella del travertino). Sono rivestite solamente le due pareti lunghe, quelle corte rimangono tinteggiate. Il mobile presenta piano in travertino e struttura in wengè.
Una seconda soluzione prevede qualche piccola modifica nella zona dell’antibagno (lavamano più “particolare” ed in posizione diversa, allargamento del muro come da tratteggio rosso), porta in vetro di divisione tra i due locali a battente e conseguentemente piano del lavabo più piccolo. Non varia la posizione attuale del calorifero.
Il posizionamento di un nuovo wc nel bagno, in posizione lontana rispetto all’attuale scarico, crea sicuramente problemi di pendenza, una volta risolvibili solo tramite il “classico” scalino. Oggi si trovano in commercio particolari sanitari con trituratore e pompa che permettono di evitare queste opere di muratura.
Infine, ma non per questo di minore importanza, anzì direi fondamentale, ricordo che l’antibagno è obbligatorio se il locale affaccia su cucina o stanze di soggiorno/pranzo.
Non lo è invece se vi si accede, ad esempio, da camere da letto o disimpegni.
Spero che i miei suggerimenti siano stati d’aiuto, un grosso in bocca al lupo!
Alessio Carrabino
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