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Cambio di destinazione d’uso

A. D. è un giovane avvocato, vorrebbe cambiare la destinazione d’uso di un immobile di sua proprietà (La Spezia) da abitazione ad ufficio, senza esecuzione di alcuna opera edilizia,  al fine di potervi esercitare la propria attività. Chiede maggiori informazioni in merito. 

Il mutamento della destinazione d’uso di un’unità immobiliare senza esecuzione di opere è un intervento soggetto a SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) e prevede il pagamento di un costo di costruzione commisurato soltanto al’incidenza degli oneri di urbanizzazione, tramite conguaglio rispetto alla destinazione d’uso in atto (nel caso specie circa 34 euro/mq). Va ricordato che in base al Piano Urbanistico Comunale della Spezia non sono considerati mutamenti di destinazione d’uso e non sono quindi assoggettati ad alcun provvedimento abilitativo espresso gli eventuali usi diversi di locali, purché non interessino più del 30% della superficie netta dell’unità immobiliare e purché non superino i 30 mq per ogni unità immobiliare.

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Soppalchi

F.M. è proprietario di un fondo commerciale a Monterosso (SP).
Vorrebbe creare un doppio volume all’interno e mi chiede se ci sono delle prescrizioni in merito.

L’art. 33 del regolamento edilizio comunale del comune di Monterosso prevede la possibilità di realizzare soppalchi. Compatibilmente alla destinazione d’uso, la presenza di soppalchi nei singoli vani con presenza di pubblico è ammessa limitatamente ad una superficie non superiore al 30% rispetto a quella del vano stesso, ed a condizione che l’altezza netta della quota di pavimento sottostante non risulti inferiore a m. 2,70; dovrà essere in ogni caso garantita la presenza di un rapporto di aeroilluminazione, non inferiore a 1/8 tra l’intera superficie del vano maggiorata della superficie netta di soppalco avente altezza interna maggiore di m. 2,20; Nel caso in cui i locali siano esclusivamente destinati a deposito di merci, tralasciando quindi la presenza del pubblico, la superficie del soppalco potrà raggiungere il 70% di quella del locale, a condizione che l’altezza interna della quota sottosoppalco sia maggiore o uguale di m. 2,40.

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Il disimpegno d’ingresso sotto una “nuova luce”

F.B. vuole riorganizzare il disimpegno d’ingresso e la cucina di un appartamento di proprietà in vista di trasferirvisi il prossimo anno. Attualmente gli elementi di mobilio non presentano un solito stile ed un’organizzazione unitaria. Chiede il mio consiglio.

 

In cucina è presente una piccola dispensa a muro (1) che, seppur utile, ha una posizione poco funzionale per permettere una razionale collocazione degli elementi di arredo. Ritengo che la soluzione migliore sia quella di sfruttare completamente la parete sulla quale sono già presenti gli allacci per gas, acqua e la canna fumaria. L’intervento comporta la chiusura della dispensa dal lato rivolto verso la cucina (2) e la conseguente apertura (3) verso il disimpegno d’ingresso. Ho immaginato la realizzazione di ripiani in cartongesso (4) illuminati dall’alto con faretti. Le nicchie, che potranno esporre oggetti di design / collezionismo caratterizzeranno il piccolo disimpegno accogliendo con la loro luce il visitatore.

render ingresso e cucina

Un controsoffitto in cartongesso (5) ad altezza 2,40 m nel rettangolo del disimpegno ne evidenzia la funzione distributiva. Il progetto della cucina, raffigurato nell’immagine soprastante, permette di avere molti elementi contenitori a sostituzione della preesistente dispensa ed un comodo piano di lavoro. Ho preferito un bianco laccato lucido per il colore del mobilio mentre per la parete sullo sfondo un rosso bordeaux. Il piano di lavoro e le maniglie sono in acciaio. L’utilizzo di colori decisi sulle pareti e tinte neutre sull’arredo permette di cambiare più facilmente l’aspetto di un locale qualora il colore più marcato possa nel tempo stancare. L’intervento non comporta modifiche alla pavimentazione esistente.

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