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Nuova apertura in una muratura portante – parte 2

Mi scrive V.B., vorrebbe aprire una portafinestra su una parete perimetrale portante in una palazzina di 4 piani, costituita da muratura come da foto allegata. Chiede se è meglio utilizzare la tecnica “cuci scuci” con spallette in mattoni pieni e architrave oppure una cerchiatura in acciaio. 

La domanda si ricollega ad un articolo già pubblicato, visibile  cliccando qui.

Il presupposto fondamentale per aprire un nuovo varco su una muratura perimetrale, comportante quindi modifiche al prospetto dell’edificio, è che quest’ultimo non sia vincolato ovvero coperto da vincolo paesistico ambientale.
Ciò non significa che l’intervento non sia fattibile, sarà però necessario presentare un’apposita documentazione per il rilascio del titolo autorizzativo.
In tutti i casi, essendo la muratura portante,  è obbligatorio depositare una pratica sismica, redatta da un architetto od un ingegnere abilitato, inerente il progetto ed i calcoli di verifica statica dell’intervento.

La cerchiatura e la tecnica del “cuci e scuci” sono due alternative che dovrà valutare il tecnico in fase di progettazione, dopo un sopralluogo.
Entrambe presuppongono che prima di realizzare il varco si vada a rinforzare (ovvero a scaricare) la muratura circostante la nuova apertura, puntellando il solaio sovrastante l’area d’intervento.
Il “cuci e scuci” richiede esperienza e perizia nell’esecuzione.
Deriva dal consolidamento della muratura, una paziente opera di sostituzione di ogni singolo pezzo danneggiato, come una pietra o un mattone rovinato.
Una volta tracciata la sagoma del nuovo varco, si cominciano a realizzare le spalette, asportando piccole porzioni di muratura dal basso verso l’alto e man mano sostituendole i con mattoni pieni. Si inserisce quindi la piattabanda sovrastante, solitamente composta da una doppia IPE in acciaio.
Solo dopo aver realizzato la struttura del portale sarà possibile demolire la muratura ed aprire il varco. Le parti strutturali posso essere lasciate a vista.

La cerchiatura, in cemento armato o acciaio, altro non è che una “cornice” perimetrale al varco.

È doveroso e necessario affidarsi ad un tecnico abilitato per una valutazione preventiva sulla fattibilità dell’opera, per la progettazione ed i calcoli statici e per la richiesta dei permessi agli enti di competenza.

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Piotta “case famose”

Oggi scopriamo qualche particolare di interior design dell’abitazione di Tommaso Zanello, alias Piotta, cantante, musicista e produttore affermato sin dagli anni novanta nella scena alternativa.
Ha saputo mescolare popolarità e successi di massa senza intaccare la sua credibilità ma anzi smarcandosi ogni volta e facendosi sempre più maturo ed impegnato.
I suoi album, differenti per trasversalità di stili e contenuti, hanno raccolto numerosi successi di vendita e di critica.

Dopo 150 concerti in tre anni che hanno toccato club, festival e teatri della penisola, ha da poco pubblicato il suo primo album live, uno spaccato della sua carriera artistica con brani storici, le hits più recenti e due inediti in studio. Il titolo “Piotta – Senza er” sottolinea un cambiamento di direzione, già iniziato nel 2009 con l’album S(u)ono Diverso, teso alla ricerca di un nuovo sound che mescoli rap e rock.

Per rimanere sempre aggiornati sui prossimi appuntamenti live seguitelo nel suo Sito Ufficiale e nella sua Pagina Facebook.

Vi lascio all’intervista “Case Famose“.
Buona lettura!

Luogo: 
Roma (zona Nemorense).

Appartamento o casa indipendente? 
Appartamento.

Open space o ambienti separati? 
Ambienti separati.

Pavimento in…? 
Parquet.

Pareti bianche o colorate?
Bianco avorio.

Stile minimalista o sontuoso?
Classico, con mobili d’antiquariato inglese, francese e italiano che con i loro legni danno senso di calore.

Elementi di arredo/design di cui vado maggiormente fiero… 
Uno schizzo del celebre pittore Mark Kostabi, opera che mi ha dedicato quando ci siamo conosciuti, i pittori della così detta scuola di Piazza del Popolo, da Schifano a Festa, e naturalmente quelli di mio zio Carlo Roselli, più vicino alla scuola parigina di Tamburi – dove ha vissuto per anni – o a quella capitolina di Franz Borghese.

L’angolo della casa che preferisco… 
Il mio studio: lì raccolgo migliaia di dischi in vinile e cd, è lì che nascono le mie musiche e i miei testi.

Mi affaccio alla finestra e vedo…
Il giardino di una scuola per cui ho 3 mesi di assoluto relax e il resto dell’anno mi risveglio con il campanello della prima ora per riaddormentarmi subito dopo, insomma il sogno di tutti noi ex studenti.

Case Famose

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Marco Cassini | case famose

Oggi scopriamo qualche particolare di interior design dell’abitazione di Marco Cassini, recentemente visto nel film tv “L’ultimo Papa Re” (Raiuno), al fianco di Gigi Proietti. Diviso tra teatro, cinema e tv ha partecipato ad importanti produzioni quali “Don Matteo 7“, “FuoriClasse“, “Una Canzone per te” e “Un medico in famiglia 7“.
Interpreta Pietro Bembo nella seconda stagione de “I Borgia“, prossimamente su Sky Cinema.. Continua a leggere Marco Cassini | case famose

Soggiorno: unire o separare le funzioni?

N.N. mi invia la planimetria del suo soggiorno, attualmente suddiviso in due parti da una paratia non portante a tutta altezza:
zona pranzo (S1) e zona divani (S2).
Tavolo da pranzo e televisore sono attualmente addossati a questo divisorio.

Chiede il mio consiglio in merito alla demolizione della paratia dal momento che appare troppo “esile” nella composizione generale del locale.

STATO ATTUALE

La soluzione 1 demolisce la paratia divisoria (ovviamente la fattibilità di questo intervento deve essere valutata in loco).
Il tavolo da pranzo viene semplicemente ruotato di 90°, la zona divani rimane inalterata, il televisore è posizionato sopra un mobile basso divisorio.

SOLUZIONE 1

La soluzione 2 cerca, al contrario, di mantenere la distinzione delle due funzioni, caratterizzando l’elemento separatore (aumentandone lo spessore) con una struttura in cartongesso.
Il nuovo parallelepipedo è “svuotato” da nicchie di varie dimensioni e profondità.


(clicca sulle immagini per ingrandirle)

La composizione è naturalmente personalizzabile in base agli elementi da contenere: televisione, libri , quadri, elemento radiante e così via.
Alcune nicchie possono essere illuminate dall’alto per mettere in evidenza gli oggetti esposti. L’elemento in cartongesso diventa conseguentemente elemento illuminante, come se fosse una piantana, in questo caso inamovibile.

SOLUZIONE 2_render 2

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Una cabina armadio nella camera matrimoniale

N.S. mi invia la planimetria della sua abitazione milanese in vista di una futura ristrutturazione totale, in particolare della zona notte.
Quest’ultima è attualmente suddivisa in camera principale con bagno en-suite e camera/studio, accessibili da un disimpegno comune.
Vuole capire se riesce in qualche modo a “camuffare” l’armadio nella camera principale dietro un muretto ovvero creare una sorta di cabina armadio. 

STATO DI FATTO

Allo stato attuale la zona notte mi sembra correttamente dimensionata e proporzionata. Entrambi i locali sono mediamente ampi ed il bagno, poichè accessibile da una camera da letto, non necessita di un antibagno.

IPOTESI MURO

Putroppo nella camera principale non riesco a trovare una soluzione per camuffare l’armadio: lasciandovi infatti davanti un piccolo corridoio  di almeno 60 cm (proprio il minimo e nella speranza che le ante siano scorrevoli!) e quindi un muretto/muro di 10 cm, rimangono solo 45 cm dai piedi del letto al muro. Il muretto dovrebbe inoltre finire a circa 1 metro dalla parete del bagno, “camuffando” l’armadio non completamente (immagine a lato).

Ho elaborato qualche alternativa, sicuramente più dispendiosa.
Dallo stato di fatto le pareti interessate nel progetto di ristrutturazione risultano non portanti (la fattibilità degli interventi è comunque subordinata alla verifica in loco).
Per riuscire a ricavare una piccola cabina armadi, ho dovuto invertire la posizione della camera matrimoniale in tutte le soluzioni.
La camera/studio, anche se di circa 9 mq e quindi della superficie minima per una camera da letto singola (7mq sono invece il minimo per uno studio) presenta una parete di 2,40 m… non è moltissimo.

SOLUZIONE 1

La distribuzione nelle due soluzioni è pressoché identica: l’accesso ai due locali avviene da un piccolo disimpegno, leggermente traslato rispetto alla posizione attuale. Le differenze riguardano la dimensione del bagno padronale (più ampio nella soluzione 1, “al centimetro” nella soluzione 2, specialmente dai sanitari) e la diversa capienza delle armadiature (nella soluzione 2, anche se la cabina armadio risulta leggermente più piccola, è possibile inserire un mobile contenitore aggiuntivo utilizzabile dalla camera matrimoniale (A) oppure dal disimpegno d’ingresso (B – una sorta di piccolo ripostiglio anche porta scarpe/cappotti).

Il mio consiglio è quello di valutare attentamente tutte le alternative per capire se si preferisce avere dei locali di dimensioni più ridotte ma con le funzioni separate oppure delle stanze visivamente più ampie ma con l’armadiatura a vista.

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