L’orto botanico è situato nel cuore della città, sul prolungamento del parco del Castello di Rosenborg. Un giardino con la classificazione di funghi e piante viventi ed essiccate più vasta della Danimarca; utilizzato per scopi di ricerca, insegnamento ed informazione pubblica, per promuovere un maggiore interesse nei confronti dell’ambiente e della sua conservazione. All’interno anche una biblioteca con un’ampia raccolta di letteratura a tema botanico.
Inaugurato il 2 Agosto 1600 è stato recentemente rinnovato ed abbellito grazie ad una donazione di 17 million DKK (circa 2.300.000 euro) da A.P. Møller e Chastine Mc-Kinney Møller’s Foundation. Nello specifico è stata inclusa al giardino la “collina di osservazione” (il punto più alto all’interno della città), sono stati ristrutturati tutti i percorsi, aggiunte aree ricreative, un nuovo sistema di irrigazione, serre per l’insegnamento ed un pontile in prossimità del lago.
L’ingresso è gratuito.
Il Palazzo reale di Amalienborg (costituito da quattro palazzine in stile rococò che racchiudono una piazza ottagonale) e la Chiesa di marmo (Marmorkirken) furono commissionati a metà del ‘700 da Federico V per formare il nuovo quartiere di Frederiksstaden. Il progettista del Palazzo è l’architetto di corte Nicolai Eigtved.
Giornalmente, a mezzogiorno, vi ha luogo la cerimonia del cambio della guardia.
Al centro della piazza si erge il monumento equestre di Federico V realizzato dallo scultore francese Jacques-François-Joseph Saly.
Percorrendo la passeggiata a mare (langelinie) verso gli impianti portuali si incontrano, tra l’altro, navi ormeggiate (anche da crociera) la maestosa fontana di Gefion, la celebre Sirenetta e sulla sponda opposta l’imponente Teatro dell’opera.
Fontana di Gefion
Kastellet è un’antica fortificazione militare che costeggia il percorso lungomare.
Il complesso a pianta pentagonale e bastioni circondati da doppio fossato, anche se parzialmente demolito alla fine dell’ottocento per far posto alla ferrovia e alle banchine, conserva molti edifici originali, disposti ordinatamente e dalle caratteristiche facciate rosse.
Complici la giornata di sole, il camminamento che segue l’antico percorso di ronda (Smedelinien), un mulino a vento del 1850, i contrafforti erbosi ben curati ed i fossati a contrasto con le ciminiere e le pale eoliche all’orizzonte ma soprattutto la tranquillità ed il silenzio del luogo, questa parte di città risulta molto piacevole e rilassante, ideale per riposarsi ed immergersi nel paesaggio.
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Ho avuto modo di visitare l’esterno del Palazzo di Rosenborg, con la facciata in mattoni rossi elegantemente decorata, i tipici tetti in rame, il fossato con il ponte levatoio ed il suo splendido intorno, costituito dal più antico parco pubblico della città. È il luogo ideale per rilassarsi qualche ora, passeggiare, prendere il sole o fare un pic-nic. Le guardie reali partono proprio da qui, attraversando parte della città a piedi, per raggiungere il Palazzo di Amalienborg ed effettuare il “cambio della guardia”.
Le guardie reali lasciano il castello di Rosenborg e si dirigono verso il Palazzo di Amalienborg per il cambio della guardia.
Il Castello, dimora della famiglia reale fino al 1720, ospita nel seminterrato i gioielli della Corona, uno dei maggiori patrimoni della Danimarca.
In una parte del giardino era allestito un grande palco per concerti. Dapprima c’erano solo i musicisti che accordavano gli strumenti. Partita la musica ho subito riconosciuto l’inconfondibile voce di Zucchero, uno dei pochi artisti italiani famoso a livello internazionale, se ingrandite la foto riuscite anche a vederlo al centro del palco con la chitarra. Al suo fianco Sanne Salomonsen, cantante nota in Danimarca, poco in Italia (personalmente non la conoscevo). La sera in albergo, ho visto la trasmissione in diretta Tv e ho scattato qualche foto per ricordo.
Zucchero.
Sanne Salomonsen.
I reali di Danimarca presenti all’evento.
È divertente come durante i miei viaggi si ripresenti spesso la figura di Zucchero. Mi è capitato di incontrarlo anche nel 1996 ad Ajaccio e nel 2008 a Dublino, sempre in concerto e sempre casualmente!
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Il teatro dell’Opera di Copenaghen, denominato semplicemente Operaen, è situato lungo la riva del porto, in perfetto asse con il Palazzo Reale (Amalienborg) e la Chiesa di Marmo (Marmorkirken). Facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici tradizionali e con il battello è un luogo sicuramente da visitare, anche solo per la splendida vista sulla città e sul canale. Viene voglia di sedersi sulle scalinate esterne, magari con una bella giornata di sole, a guardare il passaggio delle imbarcazioni e ad ascoltare i suoni del porto.
Copenaghen Opera House o più semplicemente Operaen.
Operaen.
Il teatro, inaugurato nel Gennaio 2005, è un progetto dell’architetto Henning Larsen e degli studi ingegneristici Ramboll e Buro Happold . Pensato per riqualificare e sviluppare un’area interessante della città, con un elevato potenziale di crescita. Un’architettura maestosa, a mio avviso più affascinante internamente che all’esterno. Forse sono troppi i richiami al Centro per la Cultura e i congressi (KKL) di Lucerna (Jean Nouvel, 2000), dal profondo sbalzo della copertura al “gioco” della “scatola dentro la scatola”, come visibile dalle foto la sala per i concerti è contenuta all’interno di un involucro, a sua volta racchiuso dall’elegante facciata esterna in vetro e acciaio.
Il foyer è caratterizzato da una forte spazialità e dinamicità. Il volume dell’auditorium è il fulcro di tutto lo spazio distributivo. I ballatoi dei vari livelli permettono affacci e visuali sempre diversi. L’ampia vetrata conferisce luminosità e continuità con l’esterno e l’acqua. La pavimentazione in marmo accentua lo stile e la luce.
La forma dell’auditorium si ispira a quella di una conchiglia mentre il rivestimento esterno in pannelli curvi di legno d’acero dorato e laccato rimanda al legno del violino. Tre imponenti lampadari in cristallo offrono un elegante spettacolo di luci e riflessi.
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I Giardini di Tivoli sono compresi tra la stazione ferroviaria e il Municipio. Fondati nel 1843 da Georg Carstensen, un imprenditore che ottenne dal Re Cristiano VIII l’uso del terreno al tempo appena fuori dal centro urbano, riscossero un successo immediato e in breve tempo divennero un’istituzione cittadina. Tivoli riesce ancora oggi ad essere una delle attrattive più visitate di Copenaghen, merito della continua ricerca di modernizzazione sia dal punto di vista del divertimento (attrazioni) che dell’intrattenimento e dei servizi (ristoranti e spettacoli).
Nonostante il “mondo” esterno al parco sia cambiato (è circondato da strade molto trafficate e la città lo ha ampiamente inglobato), lo stile e la tradizione che si respirano all’interno sono rimasti invariati. Bellissimi i giardini fioriti, il laghetto, le costruzioni dell’epoca in vari stili, specialmente orientali; molti gli spettacoli musicali e le rappresentazioni teatrali, scenografici i giochi pirotecnici. La magia del Parco si respira specialmente la sera quando alberi e fabbricati sono punteggiati da una caratteristica illuminazione.
Il palazzo del Municipio fotografato dall’interno del parco.
All’interno dei giardini c’è anche un albergo, il Nimb hotel, in stile moresco e con particolari fontane all’esterno. Il parco è aperto da Aprile a Settembre, sicuramente da visitare, forse complessivamente un pò caro, dipende dal grado di divertimento! La modalità di pagamento infatti è come al Luna Park, con la sola differenza che oltre alle attrazioni, si paga anche l’ingresso. Personalmente preferisco come avviene nei parchi nostrani o nelle internazionali Disneyland, dove il solo biglietto d’ingresso, sicuramente più costoso, dà libero accesso a tutte le attrazioni. Gardaland ad esempio costa 37,50 euro ma offre più di 30 attrazioni gratuite. I giardini di Tivoli costano 13 euro (95 DKK) ed ogni attrazione dai 3 ai 6 euro circa, basta farne 5/6 che si sfora subito!!!
La facciata del Nimb hotel
Teatro con il il sipario a forma di coda di pavone.
Arco d’ingresso al giardino.
Nel 2005 ho avuto modo di visitare la mostra Dream of Tower all’interno del Danish Architecture Centre.
L’esposizione è organizzata intorno a tre temi: prima una panoramica storica di sogni e visioni, con plastici in scala dei millenari tentativi dell’uomo di spingersi verso il cielo con le proprie costruzioni, quindi un’esperienza emotiva dello skyline della città moderna ed infine l’esperienza fisica di essere all’interno di un grattacielo.
Al di là della bellezza dei plastici, realizzati tutti alla stessa scala, è sicuramente interessante vederli affiancati, per rendersi immediatamente conto delle differenti altezze e forme. La Millennium Tower progettata da Foster, è immensa se paragonata al vicino Campanile di Piazza San Marco a Venezia ma anche rispetto all’Empire State Building di NYC… il modello era persino molto più alto di me!
Duomo di Colonia (h.max 157 m).
Torre Velasca (h. 106 m), BBPR.
Lever House (h. 94 m), Gordon Bunshaft of Skidmore, Owings and Merrill.
Empire State Building (h. 443 m), Lamb e Harmon.
Turning Torso (h. 190 m), Calatrava.
A sinistra 30 St Mary Axe “The Gherkin” (h.180 m), Foster and Patners. A destra Torre Agbar (h. 144 m), Jean Nouvel.
In primo piano, Burj al-Arab (h. 321 m), Tom wright.
Millennium Tower (h. 840 m), Sir Norman Foster.
Jinling Tower (h. 320 m), Skidmore, Owings & Merrill.
Prima a sinistra la Taipei Tower (h. 508 m), C.Y.Lee & Partners.
In primo piano Shangai World financial Center (h. 492 m), Kohn Pedersen Fox. Sullo sfondo CCTV Headquarters (h. 234 m), Rem Koolhaas e Ole Scheeren, Arup (progetto ingegneristico).
Una parte finale della mostra è dedicata all’ingegneria e alle tecnologie costruttive, dall’invenzione dell’ascensore, alla sicurezza, al consumo di energia e alla climatizzazione interna.
Millennium Tower (h. 840 m), arch. Sir Norman Foster.
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