Continuano i racconti del mio viaggio a Copenaghen.
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Una delle mete più visitate di Copenaghen è la controversa Christiania, inserita all’interno del centro urbano ma allo stesso tempo “città libera”. Nasce nel 1971 quando la zona militare abbandonata nel quartiere di Christianshavn viene occupata abusivamente dagli hippies per dare vita ad una società autogestita dal peace&love, nella quale ogni individuo si senta responsabile del benessere della comunità intera.

Un quartiere parzialmente autogovernato con un proprio inno (Non potete ucciderci), la propria bandiera (tre sfere gialle su sfondo rosso) e la propria valuta. Qui le decisioni politiche vengono prese in “incontri di zona”, la proprietà è collettiva, le auto non circolano, non sono ammesse violenza, armi e droghe pesanti.
La mia visita ha inizio lungo le sponde del canale (lago). Sono rimasto subito piacevolmente colpito dal luogo: bellissime passeggiate con vista scenografica tra uccelli selvatici e natura verdeggiante, luogo dove attualmente si sono trasferiti registi, scrittori e liberi professionisti. Le abitazioni in legno e lamiera, immerse nella natura, sono veramente caratteristiche e presentano elementi architettonici e decorativi particolari e originali. Una posizione “invidiabile”, così vicina ai servizi della città e allo stesso tempo così a contatto con l’ambiente.

Con il tempo il quartiere è diventato un esperimento sociale di grande interesse, ma non ha mai incontrato le simpatie dello Stato, che ne ha tentato più volte lo sgombero, senza successo. La polizia può entrare solo con un permesso speciale! All’interno sembra sia tollerato unicamente l’uso delle droghe leggere.
È molto importante seguire le regole e i divieti della zona: oltre a quelli già citati sopra, non è possibile correre, parlare al cellulare ed in particolare non è consentito scattare fotografie o realizzare video. Visitare questo miscuglio di magazzini, baracche, case, murales colorati e sculture all’aperto è sicuramente un’esperienza da provare, anche solo per trarne un giudizio. Sinceramente, il mio è negativo.

Ho tanto apprezzato la zona del lago quanto poco quella del “cuore” del quartiere (per i motivi di cui sopra, non fotografato). Ho trovato edifici fatiscenti, disordine, sporcizia e persone non troppo raccomandabili, almeno all’apparenza! Non mi sono soffermato e ho preferito spostarmi in altre parti della città. Ripeto, è comunque un luogo da visitare anche solo per farsi un’idea dei principi che stanno alla base di questa comunità e per riflettere sullo stile di vita di questi abitanti, specialmente dei loro bambini. Meglio una visita di giorno assieme ai parecchi turisti (sembrerebbe la terza attrazione turistica più visitata della città!).
Dopo quasi mezzo secolo in totale autarchia e con non pochi contenziosi, manifestazioni e scontri anche violenti, si è gradualmente arrivati ad un compromesso con lo Stato: Christiania potrà continuare ad esistere ma in cambio dovrà vendere un po’ della sua anima, 10 milioni di euro per la sua “legalizzazione”. La comunità, ottenendo un prestito dalle banche che dovrà rimborsare con gli affitti e le attività interne, ha infatti acquistato l’intera area con un vantaggioso sconto, stimato di venti volte inferiore a quello di mercato. Un atteggiamento sicuramente lontano dall’ideologia che l’ha creata ma “forzato” dalla necessità di sopravvivere.

Percorrendo le rive del canale dal lato opposto al nucleo urbanizzato, al confine con Christiania, c’è una simpatica concentrazione di casette prefabbricate. Ognuna ha sul davanti un giardino privato che separa dalla strada. Vale la pena una veloce passeggiata per scoprire i diversi e divertenti stili che distinguono gli immobili. Si passa dal neoclassico (foto sopra) al tirolese, al completamente dipinto!
Sulle siepi una moltitudine di passerotti (foto sotto), così tanti da fare invidia ai più importanti parchi inglesi!

Ho ancora molte altre cose da raccontare, continua…
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